Stringo idealmente la mano, porgendo il mio sostegno e la mia solidarietà, al Professor Matteo Simonetti, ingiustamente sanzionato con un mese di sospensione dall’insegnamento con decurtazione dello stipendio, per aver osato chiedere un contraddittorio dopo che l’Anpi, presso il Liceo “L. Da Vinci” di Civitanova Marche, aveva sottoposto gli alunni ad una ricostruzione storica delle vicende della resistenza, totalmente di parte e politicamente orientata. Il professor Simonetti è stato accusato di aver proferito frasi e compiuto gesti che invece sia il video presentato dall’Anpi stesso (e diffuso in rete dallo stesso Simonetti), che la testimonianza degli allievi presenti, maggiorenni e firmatari di una lettera da essi protocollata presso la segreteria della scuola, avevano sin dall’inizio escluso. Si è trattato evidentemente di una sentenza dai forti connotati politici, nella quale incredibilmente nessuna voce in capitolo hanno avuto le parole del Dirigente Scolastico, che ha scagionato sin da subito Simonetti, né quelle dei testimoni. Solo l’azione degli avvocati e la decisa autodifesa di Simonetti hanno permesso che tutte le accuse infamanti che riguardano l’avvenimento in oggetto, tre delle quattro imputate a Simonetti, cadessero clamorosamente. Ma l’azione inquisitoria si è volta allora al “dossier aggio” ai danni di Simonetti, il quale è stato sanzionato per un mese solo per un post su facebook del 2016, post che nulla ha a che vedere con il fatto in oggetto. Il post inoltre è stato colpevolmente tagliato di parti essenziali (quell’ “io non penso che”, per ben otto volte, e la inequivocabile finale condanna dello sterminio degli ebrei, dichiarata da Simonetti “colossale” e “colpevole”) per fargli significare il contrario di ciò che significava. L’accusa quindi è stata quella di negazionismo, mentre invece il post di Simonetti era una dichiarazione in difesa della libertà di opinione e contro il carcere per gli storici revisionisti. Simonetti, invece che sanzionato, andrebbe invece elogiato per l’inappuntabile comportamento avuto durante l’evento organizzato dall’Anpi, in difesa dei propri studenti, durante il quale i relatori avevano messo in dubbio l’articolo 12 della costituzione e gli stessi principi della pluralità e dello spirito critico, cardini dell’azione didattica. Il comportamento encomiabile di Simonetti è inoltre testimoniato dalle varie lettere in sua difesa scritte da studenti ed ex studenti. Il sostegno che esprimo a Simonetti va nella direzione di una scuola più plurale, nella quale tutte le voci possono essere espresse e la personalità degli allievi possa crescere nell’autonomia, al riparo di deprecabili egemonie culturali che purtroppo ad oggi esistono e vengono tutelate, con metodi ed esiti preoccupanti.